Fine anno, tempo di bilanci.
Questa volta ho deciso di scrivere un articolo un pò diverso dal solito: spesso mi capita di invitare le persone a uscire dalla loro zona comfort. “E’ li che avviene la magia” dico. Spesso mi confronto con la frustrazione data dal fatto che la persona rimane li, ferma, immobile, in una situazione difficile, bloccata dalle mille paure e incertezze.
I sistemi famigliari e sociali si trovano in uno stato di omeostasi. Rompere questo stato significa rompere un equilibrio e genera resistenze anche se il sistema stesso si trovava in uno stato di malessere. Cambiare, quindi, non è solo faticoso per la persona che decide di intraprendere questo processo ma lo è nella misura in cui il sistema stesso all’interno del quale la persona è inserita resiste al cambiamento.
La Teoria Generale dei Sistemi (o Teoria Sistemica) fu formulata da Ludwig von Bertalanffy (biologo austriaco che faceva parte della scuola di Palo Alto e in seguito del Circolo di Vienna), e poi espansa in diverse direzioni (cibernetica, psicologia, sociologia, meccanica, ecc.)
Per “sistema” (dal greco systéma, da syn-ìstemi, stare insieme) si intende un’unità intera e unica composta da parti in relazione tra loro e tendenti all’equilibrio, tale che l’intero risulti diverso dalla semplice somma delle parti e qualsiasi cambiamento di una di queste parti influenzi la globalità del sistema. Ogni elemento di un sistema è in relazione con gli altri elementi, e ha una ragione d’essere per la specifica funzione che svolge. Comportamenti, ruoli e funzioni diverse concorrono a generare la Proprietà Emergente del sistema, che è una caratteristica superiore alla somma delle funzioni.
Gli attributi fondamentali di un sistema sono:
- comunicazione ed elaborazione dell’informazione,
- adattamento al cambiamento delle circostanze (auto-regolazione),
- auto-organizzazione,
- automantenimento.
Tradotto in campo psicologico:
Le persone dipendono dalla rete di rapporti con altre persone per la propria sopravvivenza; questo è evidente nel rapporto tra fiori e api, in cui le api utilizzano i fiori come fonte di cibo ed i fiori dipendono dal traffico inter-fiore che le api forniscono per diffondere il loro polline assicurando una diversità genetica sana all’interno della comunità fiorita.
Queste due specie sono quindi interconnesse e non possono essere comprese se analizzate isolando l’una dall’altra.
Se le api si ammalano o muoiono, i fiori soffrono, e viceversa. Quando una parte di tale rete viene alterata o danneggiata, essa influenza tutte le altre parti della rete, poiché sono tutte interconnesse tra loro.
Le persone vivono in famiglie e gruppi sociali, e dipendono gli uni dagli altri per i mezzi che entrambi assicurano per la reciproca sopravvivenza, tra cui, come sottolineato da Maslow, vestiti e scorte alimentari, ma anche sicurezza, appartenenza e sostegno sociale.
I sistemi sono pertanto interconnessi: ogni persona all’interno di un sistema svolge un ruolo preciso rispetto agli altri membri e al sistema nel suo complesso.
L’alterazione o il danno ad una componente del sistema influenza l’intero sistema, proprio perché, esattamente come i fiori e le api, sono tutti interconnessi.
Dove altre teorie psicologiche considerano problemi le singole situazioni che colpiscono il singolo individuo, la teoria dei sistemi focalizza l’attenzione sul problema come esemplificativo di ciò che si verifica all’interno di un sistema, quindi tra più persone.
I problemi si verificano quando i confini si tendono o si rompono ed i membri vengono messi in situazioni che potrebbero danneggiarli.
Per questo motivo cambiare diventa difficile ma, a volte, necessario.
Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle.
(Denis Waitley)